lunedì 19 settembre 2011

The Woman With Red Hair


The Woman With Red Hair
Giappone, 1979. Di Tatsumi Kumashiro. Con Junko Miyashita, Renji Ishibashi, Ako, Moeko Ezawa, Noboru Mitani, Miyako Yamaguchi, Hatsuo Yamaya, Kai Ato, Akira Takahashi. Genere: Drammatico/Erotico. Durata: 73'. 

Una giovane e bellissima autostoppista rossocrinita rimedia un passaggio da un modesto lavoratore che, attratto dalla sua bellezza, la porta in un appartamento abbastanza modesto. Lei gli confida che sta fuggendo dal marito e intraprende, con il suo nuovo conoscente, una torbida relazione amorosa. Le cose, però, precipitano quando il marito della ragazza si fa vivo...

Ho visto questo film per due ragioni principali.Innanzitutto, per la straordinaria bellezza della sensuale protagonista, interpretata da una favolosa Junko Miyashita, regina indiscussa del cinema pinku quanto un'ottima attrice (non a caso, vinse un premio come migliore attrice proprio per la sua performance in questo film) e secondo motivo, è considerato da molti come un capolavoro del genere. Con Wakamatsu nel cuore, sperando nel colpaccio, ne ho preso, dunque, visione, rimanendone un po' deluso.

"The Woman With Red Hair" non si discosta, infatti, molto, da altre mediocri produzioni della Nikkatsu, che propongono spesso storie intriganti ma che fanno un po' da contorno alle solite scene di sesso.La trama, tratta da un romanzo rosa giapponese, viene rappresentata senza troppa inventiva. Il regista, eppur tra i più famosi del cinema giapponese anni '70, dirige senza troppa personalità, basandosi (giustamente) sulle curve della splendida protagonista.Purtroppo, però, nonostante l'eccezionale performance della Miyashita, questo film non è francamente riuscito. 

La storia è piuttosto piatta e poco coinvolgente, narrata senza ritmo, tant'è che il regista sembra persino svogliato nel raccontarla.Anche la fotografia non è, decisamente, buona: rozza, assente, con picchi assoluti solo nelle bellissime riprese monocromatiche in rosso, violentissime, come pugni allo stomaco.

Certo, non è tutto fumo: ci sono delle cose interessanti (oltre alla Miyashita), come le ossessive metafore sul mondo animale (tutti animali riconducibili al vocabolario sessuale, come maiali, mucche ecc., come se lo sceneggiatore volesse sottolineare come i protagonisti siano talmente poco compatibili da basare la loro relazione sul sesso, e non su un amore pertanto impossibile) o sulla pioggia (Anticipando di oltre quindici anni [!!!] la mitica frase "Non potrà piovere per sempre" de "Il Corvo"), o ancora sui lavori degradanti, come una critica verso una società ingiusta e poco gratificante

.Questi elementi, però, restano piuttosto nell'ombra. Al regista interessa accattivare il pubblico con la carne, perdendosi in una storia solo abbozzata, senza personaggi approfonditi, senza giustificazioni su sesso e violenza (che invece offre Wakamatsu nei suoi capolavori), senza porsi alcun tono."The Woman With Red Hair" è semplicemente un castissimo (scene erotiche girate in ambienti notturni, impedendo di far notare la minima tetta) pinku senza alcuna inventiva, il solito porcile trasformato in film d'autore. 

Peccato, e c'è chi grida al capolavoro. 

IL MIO VOTO: 4.5





Nessun commento:

Posta un commento