venerdì 9 settembre 2011

The Housemaid (1960)



The Housemaid
Corea Del Sud, 1960. Di Kim Ki-young. Con Eun-shim Lee, Jeung-nyeo Ju, Jin Kyu Kim, Sung-kee Ahn, Aeng-ran Eom, Seok-je Kang, Seon-ae Ko, Jeong-ok Na. Genere: Drammatico/Thriller. Durata: 112'.

Una felice famiglia borghese. Lui, insegnante di pianoforte innamorato folle della moglie, lei, una casalinga incinta che guadagna dei soldi con il cucito e i due figlioletti: un maschietto pestifero e una bambina affetta da una malattia che le impedisce di camminare bene. La madre, stanca per il parto, decide di assoldare una colf per svolgere le mansioni domestiche.
Questa è una ragazza di umili origini che non esita a sedurre il padrone di casa. Questo, dopo un paio di titubanze accetta. E' l'inizio di un feroce incubo, perchè, la colf rimarrà incinta e, dopo aver accettato di abortire spontaneamente, sprofonderà in un vortice di follia che la spingerà a distruggere la famiglia del suo amore impossibile...


Sconvolto. Sono sconvolto dal fatto che un film, a distanza di cinquant'anni, possa ancora infondere emozioni fortissime, impalpabili, incise come fuoco sulla carne. "Housemaid" è un'opera indecifrabile perchè è un film sui "sentimenti": rabbia, dolore, passione, amore, desiderio... "Housemaid" non è la storia di un tradimento o di un triangolo, è una storia di una famiglia alla deriva, di persone che si sentono talmente fragili da attaccarsi ai beni materiali (la moglie), o talmente forti da distruggere la propria vita e quella dell'amato (la cameriera) o, al contrario, c'è chi - come il padre- è diviso tra la debolezza di un uomo incapace di dire "No" e debole verso la propria coscienza, ma forte dal punto di vista paterno e di marito.

"The Housemaid" non solo è un capolavoro dal punto di vista tecnico (regia lenta e seducente, fotografia perfetta in un sublime accordarsi di tonalità bianche e nere), ma è anche un capolavoro nella descrizione meticolosa dei personaggi: ogni personaggio, persino i bambini, sono fondamentali nella loro descrizione psicologica. E poi c'è la cameriera, interpretata da un'attrice divina, morbosa e isterica, quanto ammaliante.
Lei è la strega che uccide l'equilibrio di una famiglia "tra le più ricche del quartiere", come dice la madre, che cerca la felicità nei beni materiali.

Ogni personaggio è succube del destino, marcio dentro e ricerca la felicità impossibile da trovare, un amore per il quale lottare (la cameriera è ignorata praticamente da tutti ad inizio film). Il tutto è descritto in modo ineccepibile, in modo teso e straniante, in un'eleganza talmente sopraffina da sembrare malsana.
Borghese, borghese ecco. Uno stile borghese nella sua perfezione che ribalta sé stesso in un finale magnifico, chiarificatore, ironico e beffardo.

Ma prima c'è una scena ancora più straordinaria, un ultimo atto d'amore disperato: ognuno vuole morire accanto chi più ama. Sono lacrime, lacrime amarissime, spezzate dalla risata fragorosa che chiude il film. Una risata che prende in giro lo spezzatore, con il cuore fatto a pezzi dopo un così enorme surplus di emotività.

C'è tutto in "Housemaid": un'opera perfetta, dolente, struggente. "The Housemaid" è un thriller perfetto, ma al contempo è il perfetto anti-thriller. Uno dei più grandi capolavori di sempre, e questa volta non esagero.

Un capolavoro talmente potente che anche dopo 50 anni non smette di gridare.

VOTO: 10.0







Trailer:





Nessun commento:

Posta un commento