martedì 13 settembre 2011

Je T'Aime...Moi Non Plus


Je T'Aime...Moi Non Plus
Francia, 1976. Di Serge Gainsbourg. Con Jane Birkin, Gérard Depardieu, Joe Dalessandro, Reinhard Kolldehoff, Hugues Quester, Jimmy Davis, Doris Thomas, Alain David, Michel Blanc, Gillian Gill. Genere: Drammatico. Durata: 85'

Cantante immenso e icona/sex symbol del mondo dello spettacolo transalpino, Serge Gainsbourg dona anima alla sua canzone più conosciuta, "Je T'aime...Moi Non Plus", che cantò con entrambe le sue muse ispiratrici: Brigitte Bardot e, successivamente, Jane Birkin, che recitò nel film e divenne la moglie di Serge, trasformandola in un film. E non poteva che essere un film sulla tensione melodrammatica di un rapporto puramente erotico, sull'impossibilità di amare, sull'ostacolo sessuale e sulla repressione da demolire. Questo è il suo esordio alla regia, un film passato alla storia grazie, oltre che alla celebre canzone, allo sguardo innocente e lolitesco di una straordinaria Jane Birkin, l'unica del cast ad essere veramente memorabile e dolente, tra volti anche noti (Gérard Depardieu), ma spesso inespressivi, rovinati anche dall'orrendo doppiaggio italiano. 

Il film, tutavia, riesce solo a tratti ad inquadrare la tensione morbosa che lega i vari personaggi, spesso diventando troppo superficiale o semplicemente documentaristico, prima di impennare in una parte finale dove le cose si vivacizzano, anche dal punto di vista psicologico (indimenticabile la scena d'amore sul camion o quella, disturbante, dove il partner geloso cerca di uccidere l'androgina Johnny). "Je T'Aime...Moi Non Plus" è sorprendentemente altalenante: all'inizio sembra non raccontare assolutamente nulla, o meglio ,non lasciare assolutamente nulla e poi colpisce duro, con una scena finale d'altissima intensità e di strepitante ferocia.

Imperfetto, forse anche troppo finto e, inaspettatamente pudico, "Je T'aime...Moi Non Plus" riesce, comunque a colpire grazie alla fragile protagonista che, nelle scene di sesso, urla non per il dolore della sodomia, quanto per il suo essere donna, che è ostacolo nell'amore passionale con un uomo gay. è un film ingenuo, che vive di poesia sporca (bellissima la scena in cui i due amanti guardano la montagna di sterco, come rifiuto degli esseri umani) e momenti blandi (francamente brutta e orrendamente teatrale la scena del tentativo d'approccio del fidanzato di Krassy nei confronti di un uomo di colore). La desolazione che riempie il finale amarissimo è un pugno nello stomaco e salva in corner un film che, pur nei suoi difetti, colpisce e resta impresso. 

IL MIO VOTO: 6.5 





La canzone:


Il trailer:



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