Freeze Me
Giappone, 2000. Di Takashi Ishii. Con Hiromi Inoue, Shingo Tsurumi, Shunsuke Matsuoka, Naoto Takenaka, Kazuki Kitamura. Genere: Drammatico/Thriller/Horror. Durata: 103'
Stuprata senza pietà da cinque uomini quando era una ragazzina, la bella Chihiro si è trasferita a Tokyo ed è riuscita a ricostruire la sua vita da zero: ha un lavoro ben pagato, un fidanzato che la ama alla follia e una madre apprensiva che le vuole bene.Però, si sa, il passato ritorna sempre e uno degli uomini che l'ha stuprata si ripresenta, volendo finire il lavoro: lo stupro era stato filmato e Chihiro viene ricattata. Lei accetta remissiva e ben presto anche gli altri quattro stanno per tornare e, nel momento in cui perde il lavoro e il fidanzato, inizia una spietata vendetta...
Solo in Giappone si può fare film d'exploitation con l'anima. Ne è una prova il cinema di Takashi Ishii, autore eclettico e sensibile, capace di trasformare trame di violenza efferata ed eros esplicito in veri e propri testamenti d'autore. Certo, l'autore si è destreggiato anche in vari passi falsi, per non dire porcate (i vari "Angel Guts" e la serie dei "Flower And Snake"), ma ha saputo sempre mantenere quella verve tutta singolare dell'essere autori visionari. Il meglio di sé l'ha dato con un apocalittico capolavoro come The Brutal Hopelessness Of Love", sorta di "Inland Empire" di emozioni ferocissime e intrinseche o il cult-action "Gonin" ,dove il machismo violento degli yakuza viene svilita del lato più romantico dell'omosessualità.
E "Freeze Me", pur avendo una trama che ricalca pericolosamente i rape 'n' revenge targati USA, discepoli del noto "I Spit On Your Grave" (titolo italiano: Non Violentare Jennifer) , riesce a mantenere alto il suo profilo autoriale, realizzando un film crudo e disperato, in grado di alternare momenti di pura poesia, altri quasi da commedia (l'incontro con Chihiro e i fattorini che le portano il frigorifero, chiedendole se sta aprendo un ristorante) o da film romantico, fino ad arrivare ad esplosioni improvvise di efferata violenza e di sesso esplicito.
La vicenda, morbosa e disperata, si legge sullo sguardo di un'impressionante Iromi Hinoue, musa del Takashi Miike di "Graveyard of Honour", che non ha paura di leggere il suo personaggio con intimismo, esponendo spesso il suo corpo completamente nudo ed indifeso ed in grado di passare da una fragilità di sottomissione all'impulso omicida più psicotico. Com'era prevedibile, il film è ripetitivo e schematico, ma non annoia mai perchè questa struttura è voluta per il senso intero del film: non si può cancellare il passato, bisogna annientarlo sempre, volta dopo volta, ma è destinato a tornare.
Ed è qui che entra in scena il freezer, metafora del passato che rimane. Chihiro diventa improvvisamente un'assassina a sangue freddo, ma impossibilitata del liberarsi dei cadaveri, abitando nel centro di Tokyo in un condominio affollato, è costretta a viverci insieme e a trattarli, paradossalmente, da amanti. La scelta è bipolare e quasi da contrappasso per loro e per sé stessa: il passato resta come un groppo in gola, ma al contempo se prima era lei la vittima dello stupro, ora sono loro ad aver perso la dignità di una violenza. Chihiro li veglia, ci parla languida, dà loro la buonanotte, come se fossero costretti ad accettare un amore che non vogliono.
"Freeze Me" è il manifesto femminista di uno degli autori più bizzarri del cinema indipendente giapponese: il sesso maschile è da annientare perchè volgare, egoista e approfittatore. Ma al contrario della donna, molto più forte perchè in grado di cavarsela da sola, l'uomo è destinato a cercare l'appoggio degli altri, invano. Ed è per questo che ,alla fine, periscono anche gli innocenti.
Uno sguardo gelido, impressionante e indimenticabile. Alla fine, quegli occhi di donna arrabbiata ci guardano senz'anima e ci distruggono. Ed è uno sguardo incancellabile, anche dopo i titoli di coda.
IL MIO VOTO: 8.5
Trailer:
Nessun commento:
Posta un commento