White: The Melody Of The Curse
Corea Del Sud, 2011. Di Kim Sun, Kim Gok. Con Maydoni, Ham Eung-Jeong, Jin Se-Yeon, Choi Ah-Ra, Byeong Jeong-.Soo, Hwang Woo Seul-Hye. Genere: Horror. Durata: 107'
Il terrore c'era, e non quello sperato. Da fan dell'horror, ero comunque preoccupato davanti all'improvviso cambio di rotta di due registi con i controcoglioni come i fratelli Kim, pionieri anarchici e sovversivi del cinema indipendente coreano, autori di film splendidi e morbosi come "Capitalist Manifesto" ed "Exhausted", voltarsi verso un cinema decisamente commerciale e aperto ad un grande pubblico, soprattutto giovanile.
Che poi la sceneggiatura si focalizzasse sul mondo del k-pop e delle sue idol canterine, beh, i brividi non sperati arrivavano inquietanti e incombenti. E invece, stop. Fermiamoci qua. Perchè "White", pur mantenendo i suoi propositi e, ovvero, essere un semplice horror d'intrattenimento, è un gran bel film. Che dietro si nascondano due autori navigati nel cinema alto, lo si vede subito.
Se la sceneggiatura non brilla di originalità, con classica vendetta ectoplasmatica di giovane e capelluta ragazza, i fratelli Kim mettono in scena le più belle e visionarie scene di terrore degli ultimi anni horror, alcune risapute, altre un po' meno, ma sempre efficaci e, spesso, anche terrorizzanti. E al di là del puro genere, i due registi mettono in scena immaginari e scenari sconvolgenti, dove dietro le mossette di queste Lady Gaga in erba si nasconde la truculenza della rivalità, della ferocia dell'istinto animale e, soprattutto, della morte.
Tema attualissimo, soprattutto coreano, dove la rivalità e la morte (i frequenti suicidi di attrici e popstar) sono all'ordine del giorno nel mondo dello spettacolo. Nonostante la spiegazione della maledizione sia abbastanza banale e risaputa, il finale raccoglie dei momenti di puro, altissimo cinema (il primo piano sul volto della protagonista, su cui si alternano momenti di luci ed ombre) e trovate irresistibili (l'idolatrata popstar che viene, poi, letteralmente calpestata dai suoi fans, fino alla morte).Quello che doveva essere il solito discepolo di "The Ring" diventa una stralunata e disturbante visione dell'animo umano, disperato e totalmente disgregato, verso un'ambizione che porta all'uccisione dell'identità. Una morte metaforica che viene annientata in un divertentissimo e autoironico sottofinale.
Un film intelligente, ma anche estremamente divertente e di intrattenimento che, sicuramente, non tocca i vertici del cinema precedente dei Kim, ma è degno di più di uno sguardo.
Scena indimenticabile: la cantante che deve fare l'acuto e riesce a raggiungerlo perfettamente solo quando viene strangolata dallo spettro vendicativo. Un trip macabro che non stanca mai.
Scena indimenticabile: la cantante che deve fare l'acuto e riesce a raggiungerlo perfettamente solo quando viene strangolata dallo spettro vendicativo. Un trip macabro che non stanca mai.
IL MIO VOTO: 8.5
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