martedì 13 settembre 2011

A L'Intérieur


À l'intérieur
Francia, 2007. Di Alexandre Bustillo, Julien Maury. Con Beatrice Dalle, Alysson Paradis, Nathalie Roussel, Claude Lulé, Emmanuel Guez, Aymen Saidi. Genere: Horror. Durata: 79'


Caso horror, ormai diventato un miniclassico della paura tra gli appassionati del genere, il debutto di Alexandre Bustillo e Julien Maury, nonostante molte incongruenze a livello di sceneggiatura e i buchi lasciati aperti, si può rivelare sicuramente un film vincente, in grado di rinverdire un genere che, se non fosse stato per gli ottimi prodotti asiatici, sarebbe stato già morto e sepolto da un bel pezzo. 


Questo "à l'Intérieur" (titolo internazionale, "Inside") non è un film solido, perchè non ha colpi di scena (la rivelazione finale è davvero risaputa) ed ha certe incongruenze che fanno impallidire (lo zombie? Perchè il poliziotto obbliga il ragazzino ad unirsi a lui, quando 1- è terrorizzato e non è un poliziotto e 2.-ha paura del sangue ed in più è d'impiccio?, okay che potrebbe scappare, ma tant'è), eppure riesce ad essere un prodotto dannatamente riuscito. Perchè?

Perchè era da tempo che non si vedeva un tale controllo filmico in un film, non solo horror: regia, fotografia (spesso tendente ai colori sanguigni), montaggio (a tratti appena percettibile, altre volte serrato) e recitazione (straordinaria la performance magnetica di una bastardissima, ma a tratti persino umana Beatrice Dalle, sorprendente il debutto cinematografico di una fragile, ma determinata Alysson Paradis) ed effetti speciali (per una volta una computer graphica usata solo dove serve e verosimile, si amalgamano insieme alla perfezione, dando origine ad un film che ha un che d'artigianato filmico, ma con una freschezza e un coinvolgimento emotivo davvero invidiabile.


Non c'è nessuno psicopatico in questo film: l'orrore nasce da un amore forte e indistruttibile come quello materno.  Ed è incredibile la descrizione psicologica di tutti i personaggi, anche quelli minori (la madre di Sarah), sempre verosimile e originale.

"Inside" è un film che gioca con lo spettatore, un puro concentrato di suspense e violenza che rifiuta gli stilemi facili dell'horror contemporaneo (lo spavento improvviso) per spaventare, preferendo un'atmosfera incredibilmente malsana e morbosa, toccando persino vertici di poesia inaspettata (Sarah che guarda le foto del marito morto e immagina di farsi accarezzare da lui).

Interessante, inoltre, il continuo riferimento all'interno: come feti in un ventre materno, i personaggi si muovono solo in interni claustrofobici (case, bagni, automobili, ospedali), dai quali è impossibile fuggire. Anche nell'unica scena girata all'aperto, quella del parco, Sarah fotografa incessantemente una famiglia felice, come se volesse catturarla dentro la macchina fotografica e non lasciarla più. 



"A l'intérieur" è un film di suggestioni, silenzi e attimi, fatto di implosioni ed esplosioni, raggiungendo un finale che non lascia sorprese, ma che irrimediabilmente colpisce nella sua disturbante e pessimistica poesia. E diventa subito un film destinato ad essere guardato più volte, non per spaventarsi o rabbrividire, ma per sentirsi improvvisamente degli esseri umani e per capire che, spesso, l'orrore e la violenza nascono dai sentimenti più puri ed innocenti.


IL MIO VOTO: 8.0 






Trailer:


Nessun commento:

Posta un commento