Corea Del Sud, 2010. Di Joo Kyeong-joong. Con Lee Seong-jae , Kim Ji-hoon-I , Yeon-woo Hyeon-jin , Kim Gi-yeon-I. Genere: Drammatico/Romantico/Erotico. Durata: 90'.
Un famoso insegnante d'arte e scultore sta tenendo una mostra delle sue opere, tra cui la famosa e misteriosa Natalie, la statua di una donna nuda che l'artista aveva amato dieci anni prima, che non vorrebbe vendere. All'improvviso si vede raggiungere da un uomo misterioso che, spacciandosi per un giornalista intento a scrivere una recensione sulla sua arte, è in realtà un suo alunno di dieci anni prima. Subito, il misterioso ospite, comincia a tartassare lo scultore di continue domande riguardo alla misteriosa Natalie. Chi era quella ragazza? Entrambi la conoscono, ma di lei hanno ricordi completamente differenti.
Il film inizia benissimo, sottolineando l'ambiguità di una donna la cui seduzione porta al delirio due rivali in amore. Il clima è teso e morboso, e nonostante i racconti discordanti dei due personaggi riguardo alla stessa donna, che sembra essere da una parte una ninfomane assetata di carne e dall'altra una timida e dolce scolaretta universitaria, vengano intervallati da suadenti immagini erotiche, il film funziona perfettamente anche grazie alla sontuosa eleganza di una regia che sfrutta bene il basso budget, evidente sin dalla scelta del digitale.
Una cosa che non convince sin da subito è l'idea di mandarlo nelle sale con l'ormai stancante 3D per un film che non ha effetti speciali e che è, semplicemente un film drammatico. Boh. I misteri della vita. Senz'altro sarei curioso di vedere come sia stato effettuato e in quali scene (se sono quelle piccanti, con tette che bucano lo schermo, allora hanno un loro senso, auhahauhaah) sia stato usato l'inutilissimo effetto cinematografico, che ormai si trova disgraziatamente ovunque.
Però funziona. Il film sembra dare nuova linfa al genere coreano del dramma romantico, soprattutto grazie ad un cast veramente ottimo, formato praticamente da solo 4 attori (due uomini e due donne), dove Natalie, o meglio Mi-Ran è incarnata da una bellissima attrice coreana perfetta nel magico ruolo della femme fatale. Insomma funziona e, grazie all'atmosfera tesa e ai complessi rapporti trai quattro personaggi, intriga.
Ma da metà film le cose precipitano, dopo un piccolo colpo di scena, francamente abbastanza prevedibile, si sprofonda nel melò più convenzionali, con solite lacrimucce stentate, promesse d'amore eterno, malattie terminali, magiche cassette della posta, ricordi indelebili e una valanga di altri clichè che affollano come un ictus il cinema romantico coreano.
Peccato. Proprio quando sembrava di essere davanti ad un film veramente meritevole, la lotta di sguardi, carezze e buonismo affonda un po', quello che sì si rivela comunque un bel film, ma che perde tutta quell'originalità e quella tensione emotiva che era riuscito a costruire in precedenza, cadendo nel già visto. Insomma da un'estremo all'altro. Bellissime, per quanto risapute, certe scene, come il magnifico e fugace bacio tra uno dei due competenti e Natalie attraverso il vetro di una porta, oppure il finale che risolleva un film che sembrava essere soffocato dal sentimentalismo coreano.
In definitiva, sebbene sia un film carino e piacevole, mi aspettavo di più, se fosse riuscito a mantenere quella sensualità e quella tensione dei primi quarantacinque minuti, sarebbe stato un' ottima sorpresa indipendente e, invece, va a finire che ci accontentiamo della solita romanticheria rosa coreana.
IL MIO VOTO: 5.5
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