Shortbus
USA, 2006. Di John Cameron Mitchell. Con Lee Sook-Yin, Raphael Barker, Lindsay Beamish, Justin Bond, Jay Brannan, Paul Dawson, PJ DeBoy, Peter Stickles. Genere: Drammatico/Erotico. Durata: 94'
Di questo film se ne leggono veramente di cotte e di crude. C'è chi lo definisce stupidamente un mero film pornografico e c'è chi lo esalta, leggendone dietro tutte le possibili chiavi per comprendere l'animo umano. Di certo, "Shortbus", è uno di quei film che non lasciano indifferenti.E, senza alcun pudore, mi inserisco nella seconda categoria, azzardando pesantemente che questo film è, probabilmente, il grande capolavoro americano dello scorso decennio. Un film più complesso di quanto appaia, sensuale e disturbato (ma in senso puramente e dolcemente romantico), sottovalutatissimo, nonostante le grandi riflessioni che lascia aperte, colpendo dritto all'anima.
Perchè Mitchell è un regista con le palle. Inquadra la desolazione (ma la inquadra in modo trendy, per scavare sempre più a fondo l'animo umano: troppo facile soffermarsi subito sul lato orrendo della vita, senza prima averne tolta la scorza patinata) di molti newyorkesi e ci costruisce sopra la Bibbia dell'amore. Perchè "Shortbus" è il più grande, devastante e sincero film d'amore che abbia mai visto.
Un film che si apre con un ferocissimo cut-up di rocambolesche avventure sessuali, mai censurate, tra Lee Sook- Yin che si fa sbattere contro una porta di vetro, una mistress depressa che picchia selvaggiamente il suo cliente figlio di papà e un omosessuale dedito all'auto-fellatio, senza alcun pudore. Mitchell sputa addosso ai suoi personaggi, senza provarne alcuna pietà e li mostra subito a nudo, prima ancora che possano presentarsi. è solo durante il film, infatti, che le loro anime si aprono, si sviluppano, e non sono più semplici pervertiti. Come quando si giudica una persona dalle sue azioni e non dai suoi sentimenti.
"Shortbus" è un film che colpisce con grande ferocia, alternando momenti grotteschi, quasi comici, ma mai parodici e sempre di gran classe (l'eiaculazione su un quadro dipinto con il dripping, dove il liquido seminale si dissolve nel marasma di colori, quasi come se ci facesse insieme l'amore, la scena dell'inno americano cantato in fase di rimming) e altri, di rarissima intensità (Sofia che si ritrova sola, sulla panchina, davanti alla spiaggia, causando, con la sua disperazione, un improvviso black-out) , che insegue i suoi personaggi nei loro percorsi di formazione, finalmente avvolgendoli e lasciandoli crescere.
"Shortbus" è il film che insegna ad amare. Non importa se si amano donne o uomini, giovani o vecchi, belli o brutti. L'importante è amare, sempre. E se quel film che ci aveva sconvolto con i dieci minuti più estremi che il cinema americano abbia mai offerto, eccolo chiudersi con un finale di poetica sessualità, ed è finalmente amore.
Dove un orgasmo riesce ad accendere un'intera città.
Ma finalmente, non è più per una fredda e vuota scopata, è per l'amore di un mondo intero.
E alla fine, restano solo le lacrime.
IL MIO VOTO: 10.0
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