martedì 6 settembre 2011

Visage

Visage
Taiwan/Francia, 2009. Di Tsai Ming Liang. Con Lee Kang-Sheng, Yi Ching-Lu, Laetita Casta, Normann Atun, Chao-jung Chen, Nathalie Baye, Jeanne Moreau, Fanny Ardant, Jean-Pierre Léaud, Shiang-chyi Chen. Genere: Drammatico. Durata: 138'. 

Parigi. Il regista taiwanese Kang sta realizzando un film basato sulla storia di Salomè. Dal primo giorno delle riprese, però, cominciano ad avvenire eventi scomodi che sembrano, in qualche modo, disturbare la realizzazione del film. In questo metacinema si incontrano le vite del regista, della bellissima protagonista, di un fragile attore e della produttrice disperata, con amori e solitudini che li legano tra loro...

Tsai Ming Liang è tornato. Dopo l'incantevole "I Don't Want To Sleep Alone", il magnifico regista taiwanese è stato chiamato dal Museo Del Louvre per realizzare una pellicola su commissione. Visto che Tsai ha sempre fatto tutto da solo, senza mai addentrarsi in nulla che fosse commerciale, la notizia ha un po' sconvolto tutti, da fans ad amanti del cinema.
Eppure, il film (uscito ieri in DVD in Francia) dimostra quanto Tsai Ming Liang ami giocare con lo spettatore, distruggendo ogni presupposto. Ecco che, dunque, il suo primo film su commissione si rivela la sua opera più coraggiosa, quella che osa di più, quella che prova a devastare più di quanto avesse fatto quel capolavoro di "Vive L'Amour", ipnotizzare più di quella danza cinematografica sotto il nome di "Che Ora è Laggiù?" e scioccare più di quanto avesse fatto l'erotismo ludico di "Il Gusto Dell'Anguria".

Il risultato è sorprendente: due ore e dieci che scorrono in un attimo. Storia risicata, dialoghi pressocchè assenti (più o meno 200 battute), ma tante, tantissime emozioni e persino la bellissima modella Laetitia Casta offre un'inaspettata e splendida performance recitativa, accompagnata dagli onnipresenti Lee Kang-Sheng e Shiang-chyi Chen .

Il film ripresenta le ossessioni del regista che, da sempre, ha saputo mettere sullo schermo con grandissimo fascino. Tsai si autocita (riprese che sembrano uscire da "Il Gusto Dell'Anguria" o "Che ora è laggiù?") ma è in grado anche di evolversi e realizzare un film immobile quanto affascinante. Immagini tanto splendide da sembrare di essere frutto di una creatura angelica.

Neve, fiumi, musei... i personaggi si muovono solitari e silenziosi in luoghi circoscritti, senza una propria personalità (emblematica la scena in cui uno degli attori del film nel film dice che un uccellino è il miglior attore del cast, in quanto resterà per sempre nel suo ruolo, mentre gli attori umani lo cambieranno nel prossimo film), alla ricerca di un conforto, di comunicazione, di amore.

Scene straordinarie (i due amanti nell'ombra, si baciano, illuminati da un accendino), anche disturbanti (Lee Kang-Sheng ricoperto di sugo in una vasca da bagno, mentre la Casta lo seduce con altre ragazze avvenenti) e che dire, poi, dei bellissimi intermezzi musicali (il primo, soprattutto) che richiamano, quelli, meravigliosi di "Dong/Il Buco"?

Un film immancabile, che nell'immobile finale ritrova straordinaria potenza.

Capolavoro.

IL MIO VOTO: 10.0










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