Les Sept Jours Du Talion

Les Sept Jour Du Talion 
Canada, 2010. Di Daniel Grou. Con Rémy Girard, Claude Legault, Martin Dubreuil. Genere: Drammatico. Durata: 110'


Una famiglia distrutta in un pomeriggio. Il padre perde la figlioletta, uccisa e violentata da uno psicopatico, che viene subito arrestato dalla polizia. Prima che il processo inizi, però, il padre rapisce l'assassino e gli impone la distruzione della sua stessa vita, attuando una vendetta di sette giorni, dove il settimo giorno è il compleanno della bambina morta...

Desolante e meraviglioso ritratto del revenge-movie di ispirazione coreana, filtrato con l'immobilismo da cinema d'autore, "Les Sept Jours Du Talion" è in verità un crudissimo dramma prima ancora che un thriller, che ancora una volta è una riflessione profondissima sulla grandezza dell'amore e sull'inutilità della vendetta. Il film, difficilmente digeribile da tutti, non solo per la violenza di certe sequenze, ma anche per un tedio psicologico da portare alle lacrime, diventa potentissimo in certe mirabolanti sequenze: il padre di famiglia che esce dallo chalet dove l'assassino di sua figlia è rinchiuso, sembra quasi piangere davanti al cadavere di un cerbiatto, chiara immagine di innocenza e del ricordo della figlia.

Questo emerge anche più prepotentemente nei bellissimi venti minuti finali: non una parola, non un rumore, solo sguardi. Un uomo e una bambina, l'unica nell'intero film a comprendere il suo dolore.

Lentissimo, ipnotico, nevoso, "Les 7 Jours Du Talion" è una crudissima mattonata allo stomaco, che elogia la secchezza del dialogo e l'abolizione di ogni commento musicale, finendo per essere straniante e involontariamente poetico, dolce, straziante.

Non aspettatevi un torture-porn o altre stronzate simili: se c'è qualcosa in cui è pornografico "Sept Jours" è la sua tremenda secchezza, in grado di portare lacrime e rabbia senza fine al suo spettatore. Veramente un bel film, arrivato inaspettato, come una martellata sulle ginocchia. 


IL MIO VOTO: 9.0