giovedì 8 settembre 2011

Camel(s)



Camel(s)
Corea Del Sud, 2002. Di Park Ki-Young. Con Lee Dae-yeon, Park Myeong-shin. Genere: Drammatico. Durata: 92'

Un weekend per descrivere la relazione extraconiugale di due quarantenni, che combattono la solitudine con l'amore. 

Un documentario melò sulla solitudine, sul vuoto, sulle emozioni: cinema, lento, faticoso, noioso, eppure (molto) più ricco dei blockbuster farlocchi. Recitato da solo due (bravissimi) attori e girato magnificamente, in un bianco e nero avvolgente e in lunghissime inquadrature fisse di rara bellezza., "Camel(s)" è un film d'essai con la E Maiuscola: difficile, difficilissimo, ma irresistibile.

Purtroppo in Italia non c'è più la cultura di questo genere di cinema e, forse per questo ma probabilmente anche per il suo essere sconosciuto, non solo non è stato pubblicato da noi, ma non ha neanche ricevuto l'accoglienza che meritava.

E dire che questo piccolo film è un vero e proprio gioiello che parte da un presupposto molto semplice (filmare l'intera giornata d'amore extraconiugale di due quarantenni distrutti dalla routine) e finisce per diventare lo straordinario manifesto profetico di una società corrotta e a pezzi.

Quasi un capolavoro, un tenue e dolente film sull'abbandono e sull'incomunicabilità, che parte con dialoghi inutili, spesso alla ricerca di una concitante relazione destinata alla vanità.
D'altronde non è un caso che, mentre "Camel(s)" parte con parole inutili, più scorre e più diventa silenzioso, scarnificando ogni parola, ogni minimo dialogo, sino a giungere ad un magnifico finale completamente silenzioso.
E' l'epitaffio della speranza: cinema pessimista quanto poetico e neorealista.

Ogni CINEFILO dovrebbe vederlo, forse subirlo, ma vederlo.
Le critiche sono accettate solo dopo una FOTTUTAMENTE ONESTA visione.

IL MIO VOTO: 9.0










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