giovedì 8 settembre 2011

M



M
Giappone, 2006. Di Ryuichi Hiroki. Con Nao Omori, Miwon, Kengo Kora, Seishu Hase, Hiroyuki Hirayama, Houka Kinoshita, Nasubi, Miho Ninagawa, Hiroshi Ohguchi, Erika Okuda, Kiyohiko Shibukawa, Tomorowo Taguchi, Masahiro Toda. Genere: Drammatico. Durata: 116'.

La giovane madre Satoko, il padre premuroso ma spesso assente per lavoro Hideyuki e il figlioletto allegro e vivace Masato compongono una famiglia tradizionale di come se ne vedono tutti i giorni. Ognuno, però, ha il proprio scheletro nell'armadio. Satoko, annoiata dalla sua vita monotona, decide di lavorare come escort, ma verrà adescata dal mafioso Tawara, che la tratta da schiava e minaccia di uccidere la sua famiglia nel caso in cui chiami la polizia.
Hideyuki non si accorge del disagio della moglie e passa il tempo in ufficio, dove un amico tenta di avvicinarlo al mondo della pornografia. Masato, invece, fa amicizia con l'adolescente Minoru che lavora ,dopo la scuola, come ragazzo dei giornali e che il tempo libero lo passa con coetanei che non sono esattamente delle buone compagnie.
Minoru che ha alle spalle un passato triste, con una madre che subiva quotidianamente violenza domestica da un padre manesco, vede lo stesso disagio della madre in Satoko, costretta a prostituirsi per la Yakuza e tenta, con qualsiasi mezzo, di salvarla, senza rendersi conto che, però, anche la donna nasconde un segreto passato...


Ryuichi Hiroki già mi incantò con lo splendido "It's Only Talk" e mi sorprese con i buoni "Vibrator", "Tokyo Trash Baby" e "L'Amant", ma con questo "M" il noto regista giapponese raggiunge un apice inedito, confezionando, forse, il suo miglior film.

Una tragedia familiare (e non) che evita i piagnucolamenti del filone tearjerker che, ormai, sta diventando insostenibile (assurdo che l'ultimo film di Hiroki stesso, "April Bride", faccia parte di questo filone con l'ormai vecchia storia di un amore spezzato dal cancro, ma in fondo il film non l'ho ancora visto e Hiroki è un genio, quindi meglio evitare pregiudizi) e ritrae il dolore nella sua pura e cruda essenza.

"M" indaga sulla psicologia di individui normali di fronte ad eventi che possono sconvolgere l'assicurata quiete e lo fa in modo feroce, diretto, privo di fronzoli. L'Hiroki che abbiamo di fronte è un Hiroki maturo, che dimentica i sub-plot confusionari del comunque ottimo "L'Amant", che non si lascia andare nella bellezza visiva di "Vibrator", nelle storie d'amore sbilenche di "Tokyo Trash Baby"...

L'Hiroki che abbiamo davanti indaga con crudeltà un realismo che fa paura, perchè estraneo alle nostre vite, ma che può insinuarle con facilità. Una storia di solitudini, di anime vuote che rifiutano di diventare macchine di un mondo alienante dove il sesso è una sfida per sé stessi, un rifugio per un mondo idilliaco che sa di romanticismo (un po' come l'ennui della Madame Bovary di Flaubert), o il ricordo di un orrore (il trauma di Minoru).
Un film splendido, diretto magnificamente e interpretato da un cast eccellente che, indaga, senza troppo 

pessimismo, temi scottanti, ma schifosamente reali. Da vedere assolutamente.


IL MIO VOTO: 9.0







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