Hatsu-Koi: First Love
Giappone, 2007. Di Kouichi Imaizumi. Con Hiroshi Murakami, Teppen Matsunoki, Ryôya Kawashima, Shinji Horie, Kei Shibata, Kiyomi Ito. Genere: Commedia/Drammatico. Durata: 96'.
Tadashi va alle superiori e, durante la sua adolescenza, scopre di essere omosessuale. Tale scoperta lo renderà più fragile e insicuro, anche perchè capisce di essersi innamorato follemente di Kota, il suo inseparabile migliore amico. Per non rovinare il rapporto d'amicizia, però, Tadashi preferisce non rivelarsi. Un giorno, però, il classico gruppo di bulletti da liceo prende in giro Tadashi chiamandolo "checca". Da quel momento, Kota comincerà a trascurare Tadashi, il quale, triste, sembra aver perso ogni speranza. Sarà l'incontro con una coppia gay, con la quale farà subito amicizia che Tadashi scoprirà che per essere veramente felice deve imparare ad accettarsi e a seguire il suo cuore...
"Hatsu-Koi" è stato un film che ha fatto molto discutere. Ritenuto come una "rivelazione" del cinema indipendente giapponese, il film (girato completamente con una fotocamera qualunque, e in questo è affascinante) ha fatto il giro di diversi festival, toccando persino quello di Berlino e quello di Venezia. Purtroppo, però, al di là della scelta stilistica (molto probabilmente più per il budget, ristrettissimo, ma anche per rendere il tutto più reale possibile), c'è poco che si salvi in "Hatsu-Koi". E' un film che parte bene, benissimo (l'iniziale scena, scura, con un robot che cammina in primo piano è suggestiva è bellissima), ma poi diventa fracassone, ricalca stereotipi, non sa che pesci pigliare e giunge ai più grossi clichè dell'omosessualità (matrimonio gay, coming out, travestitismo), finendo nel già detto e nel noioso.
Se il film si fosse concentrato sui sentimenti del protagonista, sulla sua fragilità, la sua insicurezza, allora sì che sarebbe uscito qualcosa che, seppur non nuovo, avrebbe avuto un senso di esistere. Eppure, "Hatsu-Koi" ha anche una sceneggiatura sbagliata: non offre alcuna interpretazione, alcuna descrizione psicologica dei personaggi. Sono tutte macchiette interpretate da attori incapaci, simpatici quanto volete ma davvero incapaci.
"Hatsu-Koi" (da non confondere con l'omonimo film, sempre giapponese, di Tetsuo Shinohara) avrebbe voluto indagare il primo amore adolescenziale con un taglio nuovo, molto probabilmente l'obiettivo era sottolineare quanto sia importante credere in sè stessi... ma di questo non emerge niente.
"Hatsu-Koi" è, senza giri di parole, una delusione. Frettoloso nella scrittura, privo di alcun tipo di montaggio e con una regia inesistente. Sorprende, infatti, come il film sia passato anche per i festival più importanti. Dopotutto non basta una telecamerina che fa tanto "indipendente" e un paio di scene sesso esplicite a fare un film-schock perfetto. "Hatsu-Koi" potrebbe anche indagare, o meglio cercare di indagare, il movimento gay di Tokyo. Ma a fine visione si ha l'impressione di aver visto una versione autoriale di "Iron Ladies", con tanto di colpo di scena finale prevedibilissimo. Peccato, veramente, peccato.
Poteva essere un ottimo film (come inoltre, tra l'altro, molti l'hanno definito). Sono solo semplici, risaputi, cliché ben confezionati.
IL MIO VOTO: 4.0
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