lunedì 19 settembre 2011

Incrocio D'Amore



Incrocio D'amore
Taiwan, 2002. Di Yee Chin-Yen. Con Chen Bo-Lin, Guey Lun-Mei, Liang Shu-Hui, Joanna Chou. Genere: Commedia/Drammatico/Romantico. Durata: 80'.

Kerou e Yuezen sono due inseparabili amiche di diciassette anni. Sono nella stessa classe di liceo, vanno in bicicletta insieme, ascoltano musica e si confidano segreti. Shihao, invece, è il più popolare della scuola: il classico bello e impossibile con la passione per il nuoto, per ilq uale Yuezen si è presa una cotta. Per via della sua tremenda timidezza, però, la ragazza si serve della ben più sfacciata Kerou come intermediaria tra le lettere d'amore dei due. La vicenda avrà pieghe inaspettate: Shihao si innamora di Kerou, la quale, segretamente attratta sessualmente dalle donne, è innamorata dell'amica. 

Il cinema taiwanese, dopo l'uscita del romantico teen-movie "Secret" del 1999 ha riscoperto l'attrazione verso la giovinezza e ha dato il là a numerosissime pellicole sul mondo adolescenziale ("Eternal Summers", "Winds Of September", e tantissimi altri). Tra questi, però, spicca soprattutto "Incrocio D'Amore", film uscito anche nei cinema italiani (!) in quel lontano 2003 dove rimase nelle sale per pochissimo tempo, prima di passare direttamente tra i freddi scaffali homevideo. Ed è un peccato che uno dei pochissimi film onesti e magnificamente raccontati sull'adolescenza sia totalmente passato inosservato al pubblico nostrano, forse a causa di una sciocca diffidenza di fondo verso i film asiatici dell'80% degli italiani (se, infatti, il film fosse stato americano sicuramente sarebbe stato maggiormente notato). Tornando a parlare del film in sè: "Incrocio D'Amore" l'avevo già visto qualche anno fa, trovatolo tra i dvd della biblioteca della mia città, ma ho deciso di rivederlo proprio recentemente, per la seconda volta.

Lo ricordavo perfettamente. Uno dei pochissimi film che parlano dell'adolescenza senza cadere in luoghi comuni o facili patetismi. Impresa ardua, ma perfettamente riuscita e ciò che più sconvolge è la capacità di mettere in scena una semplicità, senza far capire allo spettatore che lo scopo è la semplicità stessa: tutto è spontaneo, niente è forzato. Il risultato è coinvolgente, perchè anche una situazione banale come un "Hai voglia di baciarmi?" sussurrato sulla spiaggia riesce a caricarsi di una potenza disarmante.

E diventa anche poesia l'intrecciarsi ossessivo di suoni ripetuti fino allo stremo dalle due ragazze: di una c'è il nome dell'amato, scritto con la penna di lui fino all'esaurirsi dell'inchiostro, dell'altra c'è la frase che la riporta all'accettazione di sè stessa: "sei una ragazza, ti piacciono i ragazzi".

Un triangolo amoroso che non ha nulla di esplicito, di estremo, rifiuta ogni azione perchè calcare i toni e buttarla sul melò è tipico di hollywoodiani e coreani mainstream: tutto sarebbe poco reale, poco incisivo, questo regista taiwanese, invece, ferisce con dolcezza. Come se ti tagliasse e poi ti baciasse le ferite per farti passare il dolore.

Il regista propone temi come l'omosessualità, l'accettazione e l'affacciarsi alla vita adulta con naturalezza e istinto, riuscendo in neanche 80 minuti a realizzare quello che è un film eccellente, non un capolavoro, ma sicuramente un film degno di nota e con gli ultimi dieci minuti finali che riescono anche a commuovere con leggerezza.

IL MIO VOTO: 8.5







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