lunedì 31 ottobre 2011

Naissance Et Maternité



Naissance Et Maternité
Giappone, 2006. Di Naomi Kawase. Con Naomi Kawase, Uno Kawase, Mitsuki Kawase. Genere: Documentario. Durata: 38'.

Breve film della Kawase, che continua a raccontare la sua vita ad ogni film. In questo "Naissance", la regista affronta il duro colpo della morte della nonna che l'ha cresciuta in tenera età, in corrispondenza con la nascita e l'infanzia di suo figlio

Naomi Kawase continua a sfruttare l'arte del cinema come se fosse il suo stesso destino, fotografando ogni film some se fosse una diapositiva, un frammento della sua vita. Naomi in ogni suo film parla di sè, quasi come se il cinema fosse il suo stesso cuore e, anche nelle sue opere con una trama che si discosta dalla realtà per addentrarsi nell'invenzione (Mourning Forest, Nanayo, Shara) emerge l'anima di una regista che pare ispirarsi a caposaldi come Ozu o Hou Hsiao Hsien, ma sempre in grado di offrire una sua panoramica nella settima arte.

LA DONNA. L'OCCHIO. IL CINEMA.

Fulcro di questo film è senza dubbio l'amore verso la nonna (prozia) della regista, un punto di riferimento per una donna che ha sempre sofferto la mancanza di genitori e di una famiglia, tant'è che il film inizia proprio con uno scontro tra generazioni.
Parole dimenticate che feriscono e vengono riportate a galla solo dopo decadi di assoluto silenzio.

La Kawase filma tutto. Anche ciò che non dovrebbe (un parto materno ben in vista), ma non affonda mai nel vertice del disgusto riuscendo a creare un'opera estremamente coinvolgente, in grado di creare un abbraccio attorno allo spettatore.

Per ora è il suo miglior film che vedo, diretto, spettrale e così tremendamente intimo e realistico da pervadere il cuore.
Così come tutto il cinema di Naomi, anche qui più che star di fronte ad uno schermo, ad una barriera si ha la netta sensazione di conoscere quella gente in scena, di stare con loro.

Per loro si prova affetto. Uno strano affetto, perchè il cinema di Naomi è "casalingo", riprende la vita quotidiana e ne fa arte, incutendo malessere, timidezza, romanticismo, inquietudine, dolcezza, disperazione, amore, tutto insieme.

E il risultato è eccezionale.



IL MIO VOTO: 9.5











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