sabato 10 marzo 2012

Ghost Photos: The Cursed Images





Ghost Photos: The Cursed Images
Giappone, 2006. Genere: Horror. Durata: 72'



Ci sono volte in cui, dopo essersi fatti una scorpacciata di cinema d'autore, vuoi rilassarti con un filmetto di questi tre requisiti: che sia una commediola tutta risate o un horror con facili sussulti, che sia breve e che abbia un bel po' di belle attriciuole. Cervello spento, magari una birrozza, un paio di popcorn...chissene se la trama è la stessa di altre ventordici pellicole. E' in un clima del genere che ho preso visione di questo sconosciuto (tant'è che su internet NON ESISTONO INFORMAZIONI circa i nomi di regista e cast), ma comunque reperibile con sottotitoli inglesi, prodotto horror straight-to video giapponese. Prodotto uscito ben quattro anni fa, ma reperibile solo ora. Che dire? Le premesse per un horrorrino di serie-z c'erano tutte, eppure pur essendo lontano dall'essere buon film (anzi, si mantiene più o meno sulla decenza), è ben sopra la media rispetto agli orrendi straight-to-video americani.

Senza, ovviamente, dire nulla sulla trama -originale quanto una pizza margherita, con reminescenze di ogni horror orientale sulla piazza (scene rubate da "Kairo" e "Shutter", citazioni e richiami, poi, a "The Ring", "Ju-On", "The Call"...) e con twist finali telefonatissimi e poco credibili- il film riesce nel suo compitino, ovvero incutere un briciolo di timore.



Non parliamo di paura, nè di sussulti, per carità...anzi, il regista, consapevole del basso budget (alzato, comunque, dall'uso massiccio di pubblicità occulta: saranno stati contenti, infatti, quelli della Vodafone Japan) a disposizione e dell'impossibilità di avere effetti speciali straordinari, fa del suo meglio per confezionare - più che un film horror- una leggenda urbana da raccontare a scuola agli amici (cosa astutissima per un horror low-budget). Ed è forse per quest'ultimo motivo che è nato "Ghost Photos": un horror per signorine, che non osa (assenti spaventi, dosi di suspense, gore e tutti gli elementi tipici degli horror, se non i clichè...), ma che ha i suoi momenti (bella la scena in cui la protagonista intravede delle gambe da parte al suo banco di scuola, agghiacciante il suicidio del ragazzo in fuori campo- memore di "Kairo") e un po' di riuscita tensione (la scena finale, la lunga sequenza notturna nel bosco).

Parlando di tecnica, per essere un prodotto homevideo, "Ghost Photos" vanta una buona recitazione (bravina, oltre che bellissima, la protagonista) e una regia poco ispirata, ma che mai scade nel televisivo (cosa ormai comune): insomma, due pregi che molti altri colleghi di certo si sognano...

Per il resto: un horror in cassetta senza troppe pretese, prevedibilissimo, con una trama insignificante, un'indagine che fa acqua da tutte le parti e che giunge ad una spiegazione finale poco soddisfacente. Disprezzabile, ma meglio di moltissimi horror americani osannati (l'inguardabile banfa "Paranormal Activity"?)e con almeno un paio di spunti interessanti. Solo per gli inguaribili del cinema horror asiatico, come il sottoscritto. 



IL MIO VOTO: 6.0








Nessun commento:

Posta un commento