sabato 5 novembre 2011

I'm A Cyborg, But That's Okay


I’m A Cyborg But That’s Ok
Corea Del Sud, 2006. Di Park Chan-Wook. Con Lim Su-jeong, Rain, Choi Hie-jin, Kim Byeong-ok, Lee Yong-nyeo, Oh Dal-su, Yu Ho-jeong. Genere: Commedia. Durata: 117’


Young-Goon viene fatta rinchiudere in una clinica psichiatrica dalla madre perché la ragazza è convinta di essere un cyborg che deve caricarsi di sola energia elettrica, perché il cibo potrebbe ucciderla. Nel colorato e grottesco manicomio incontra altri personaggi bizzarri, tra cui Park Il-Sun, un ragazzo cleptomane ladro di emozioni ossessionato dall’idea di diventare minuscolo, e tra i due sboccia un amore dominato dalla follia…

Disperata illusione dell'amore perfetto, che vive nella malattia, nel sangue, nel corpo. è il sogno immagnifico di Park Chan-Wook, legato ad un cinema del corpo, del flusso sanguigno, di visioni legate all'occidente come all'emozione orientale puramente viscerale, come nella splendida trilogia della vendetta. "I'm A Cyborg But That's Okay" è il suo film più sottovalutato, eppure più "bello", perchè legato maggiormente all'anima che alll'immagine, comunque notevolissima e curata nei minimi particolari.

Park Chan-Wook abbandona il sangue, la violenza e il suo taglio tipico, per dipingere una storia d'amore che neanche Gondry riuscirebbe a generare: una storia folle, disgregata in una commedia bizzarra che sconvolge, coinvolge e distrugge, fino ad un finale quasi apocalittico e di sospensione. Un film che gioca con i tempi in modo meraviglioso, capace di scavare nel cuore dello spettatore d'apprima con calma e poi con un piccone.

Una poesia che strugge senza cadere in cliché di basso profilo, senza generare buchi o tempi morti. è il miracolo del cinema di un autore appassionato ,che ci mette sempre il cuore e, se è in grado di passare da un film crudo e devastante come "Lady Vendetta" alla dolcezza di "Cyborg" con lo stesso livello altissimo, è genio.

Meravigliose le performance recitative. La giovane e sempre notevole Su-jeong Lim (la sorella disturbata del "Two Sisters" di Kim Ji-Woon) è ancora una volta una psicopatica dal cuore grande, mentre inaspettatamente è meritevole anche la performance di Rain, popstar maschile coreana, capace di dare al suo personaggio un lato ambiguamente grottesco, ma tenero. 

Alt! Quante cazzo di volte ho detto "cuore" in questa recensione? Beh. Penso sia inevitabile.

IL MIO VOTO: 10.0


















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