domenica 20 novembre 2011

Bedevilled



Bedevilled
Corea Del Sud, 2010. Di Jang Cheol-soo. Con Young-hee Seo, Sung-won Ji, Yeong-hie Seo, Seong-Won Ji, Jeong-hak Park. Genere: Horror/Drammatico. Durata: 118'. 

Hae-Won lavora in una banca e conduce una vita di stress quotidiano, dapprima litiga con una collega che ha concesso una proroga ad un'anziana che non paga le tasse e poi il capo la obbliga a prendersi un periodo di pausa.
Lei accetta e torna nell'isola della sua infanzia, dove ritrova la sua amica di un tempo, che mai abbandonò l'isola e che vive ogni giorno tra violenze e incubi. Hae-Won scopre, infatti, quanto i rapporti umani nell'isola siano inquietanti e, pian piano, avverte il presagio di una sanguinaria vendetta...


Caduta libera per l'inferno.

E non è l'inferno di Raimi, sebbene la prima scena sembri arrivare da "Drag Me To Hell". "Bedevilled" è un horror dell'anima che rifiuta totalmente ogni sciocco e inguardabile effettaccio digitale, preferendo addentrarsi nell'oscurità che impera nella mente umana e nel suo modo di agire.
Hae-Won è una donna spietata, così come lo è l'Alison di "Drag Me To Hell": punta al proprio successo, disprezzando gli altri ed è per questo, per trovare un equilibrio con se stessa che decide di tornare da dov'è venuta: una misteriosa isola da dove pochissimi hanno deciso di andarsene.
E nonostante la patina di bellezza del paesaggio marino e della cordialità dei compaesani, la donna si rende ben presto conto che c'è più da temere.

E ha inizio un vero e proprio inferno ,dapprima psicologico (il lutto, il pianto, il desiderio, la violenza domestica) e poi fisico, con una vera e propria strage che divora corpi, realizzando una straordinaria descrizione psichica dei personaggi, che non sono i vuoti maniaci o le stolte prede degli slasher americani, ma persone verosimili con dolori, speranze, rimpianti, felicità.

Non a caso il film, apparte nelle scene sanguinolente (disturbante la scena in cui Hae-won si difende con il flauto, che suonava da piccola) e nell'ultima mezz'ora al cardiopalma, gioca poco con il gusto dell'horror, mettendo in scena un vero e proprio teatro neorealista che dimostra la stoltezza del borgo, la differenza con la città e il suo progresso.
Illuminante, infatti, è la scena in cui la donna sorprende il marito a provarci con Hae-won addormentata, e gli viene detto che "alle donne di Seoul non avrebbe fatto piacere".

La giovane regista esordiente, aiutoregista di Kim Ki-Duk, non si risparmia niente ed inchioda tanti tabù, per spingere verso lo spettatore sterzanti pugni nello stomaco, prima di sprofondare in una parte finale così intensa da non potere non commuovere.

Un meraviglioso horror psicologico che conferma la vitalità del nuovo cinema coreano, interpretato alla perfezione da un duo di attrici (si, perchè il film è palesemente femminile e femminista) da mettere i brividi. Imperdibile.

Finale che chiaramente richiama "L'Isola" di Kim Ki-Duk.

IL MIO VOTO: 9.5
















Nessun commento:

Posta un commento