Love Exposure
Giappone, 2008. Di Sion Sono. Con Hikari Mitsushima, Takahiro Nishijima, Sakura Ando, Makiko Watanabe, Atsuro Watabe, Yuko Genkaku, Itsuji Itao, Mami Nakamura, Jai West, Koji Ohguchi, Nana Nagao.Genere: Grottesco/Commedia/Drammatico. Durata: 239'.
Yu ha 17 anni ed è figlio di un prete cattolico giapponese che, innamoratosi di Keiko, sta decidendo di abbandonare la sua missione di fede. Confessato tutti i giorni dal padre, Yu si rende conto di non aver mai peccati da confessare e, quindi, decide di peccare entrando in un gruppo di "fotografi di mutandine". E' proprio durante questi "reportage" che Yu incappa in Yoko, bellissima e femminista, di cui il ragazzo prontamente si innamora. Ma pesanti ostacoli (una setta, un'altra ragazza, il matrimonio dei genitori e la follia) si metteranno in mezzo ai due, impedendo loro ogni affetto. Riuscirà Yu a conquistare il cuore di Yoko?
Love Exposure è il film della conferma di Sion Sono, uno che ha confezionato quasi sempre capolavori (lo straordinario "Strange Circus", il folle "Noriko's Dinner Table", la parodia di Ring "Exte", il magnifico horror "Suicide Club", la commedia barocca "Keiko Desu Kedo"): Sono è un fottuto genio.
"Love Exposure" è la consacrazione di un talento polivalente, dissacrante, barocco, coraggioso. Non c'è nulla di fintamente estremo o compiaciuto, come spesso accade nei film di registi che giocano con i tabù. Sono rompe i limiti con sincerità, raccontando storie che fanno ridere, piangere e disgustare allo stesso momento. Il suo è un cinema di emozioni contrastanti impossibili da cancellare, perchè solo un genio può fare un film divertentissimo di 4 ore senza mai annoiare lo spettatore che, anzi, vorrebbe anche qualche oretta in più (si dice, infatti, che esista un director's cut di ben 6 ore).
Insomma, in "Love Exposure" c'è tutto il delirio giapponese in 4 divertentissime ore, tutto quello che il cinema occidentale si rifiuterebbe di raccontare (persino per Tarantino, quello sì regista compiaciuto e voyeur).
Bigotti, mutandine, manicomi, follia, lotte, kung fu, sangue, femminismo, famiglia, cristianesimo, sette, rock 'n'roll e AMORE, AMORE, AMORE, AMORE.
Il romanticismo di Sion Sono. La storia d'amore più sbilenca, fuori dalle regole ed estrema che il cinema abbia mai raccontato. Scorre in un lampo nonostante l'enorme durata e riesce sia a commuovere, divertire e a spiazzare.
La regia è sicura, accompagnata da una fotografia rudimentale che ben si adatta all'atteggiamento punk del film (tra l'altro nella scena in cui Yoko viene caricata a forza da Yu e dai tre suoi amici sul pullman, si vedono i microfoni che si riflettono sui finestrini del bus), aiutata anche da un cast ECCELLENTE. Su tutti la straordinaria Hikari Mitsushima (Death Note, Exte), solitamente attrice di telefilm nipponici e idol, che qui, oltre ad una bellezza intramontabile, dimostra un talento smisurato nella parte della folle, femminista, innamorata. Ed è straordinaria anche la cattivissima Sakura Ando (Oh! My Buddha!), che rappresenta la sarcastica e crudele Koike, capo della setta Zero. Ma è convincente anche il protagonista, Takahiro Nishijima, un idol maschile pressocché esordiente, ma incredibilmente talentuoso nel ruolo del bigotto prima, e del pazzo furioso poi.
Ancora una volta Sion Sono racconta l'amore con follia, sentimento e distruzione, senza cadere nel pessimismo, come dimostra il lieto fine, ma senza nemmeno perdere quel briciolo di follia in grado di far palpitare il cuore.
Un altro capolavoro del grande maestro.
IL MIO VOTO: 10.0
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