mercoledì 15 febbraio 2012

Polyester


Polyester
USA, 1981. Di John Waters. Con Divine, Tab Hunter, Edith Massey, Mink Stole, Hans Kramm, Stiv Bators, David Samson, Mary Garlington, Ken King, Derek Neal, Jim Hill, Joni Ruth White, Michael Watson. Genere: Grottesco. Durata: 87' 

L'incontrollata irriverenza del grande John Waters resta anche in questa pellicola più controllata, ma non meno sadica e sconfortante verso i suoi personaggi. è innegabile il talento grottesco dell'autore di mettere in scena una vera e propria tragedia greca (perchè di questo si tratta) e di raccontarla con una strafottenza e una voglia cinica e perversa di umorismo che ne smorzano i toni. Perchè una storia del genere (casalinga brutta e paffuta subisce il tradimento del marito e si vendica trovandosi un amante che la usa, con due figli che sono il primo un feticista dei piedi che agisce con violenza contro gli arti inferiori delle donne e la seconda una ragazza di facili costumi che spera nell'aborto), in mano ad un regista neorealista sarebbe stato un mattone dritto sugli zebedei, una caterva di sfi.ghe umane come non se ne sono mai viste prima e che toccherebbero vertici di disperazione come non mai.

John Waters sradica ogni patetismo e mette in scena un carnevale orribile, dove infarcisce denuncia, cinismo e irriverenza in ogni inquadratura, puntando il dito contro tutto e tutti: dal bigottismo, alla borghesia, fino ai malati e ai vogliosi di potere. Il finale è amaro e inverosimile, ma va bene così, portandoci ad un happy ending ambiguo, dove tutto "profuma molto meglio". Perchè l'odore qui non è solo una tecnica pubblicitaria (il film fu proiettato nelle sale con un cartoncino che permetteva agli spettatori di di sentire gli stessi profumi che percepivano i personaggi nella pellicola), ma un vero e proprio leitmotiv della narrazione: è un continuo scavare nella merda e nella disillusione della vita, per poi risorgere e andare verso l'adorata perfezione. Ma è davvero perfezione quando hai due cadaveri nel cortiletto?

Resta la risposta lì nell'aria, tra una recitazione calcatissima e oltre il teatrale e un'esagerazione visiva che sfocia nel kitsch. "Polyester" è una delle più grandi e struggenti tragedie mai raccontate, ma è paradossalmente anche la più divertente, capitanata da una straordinaria Divine, attrice transessuale, imperdibile in ogni sua performance e qui ancora più se stessa e adorabile.

Sicuramente un film da vedere, orgoglioso della sua bruttezza e delle sue imperfezioni. Si ride e si piange addosso, illudendo lo spettatore che è così che vanno le cose, mentre gli getta contro tutto lo schifo di questo triste mondo. Il cinema di John Waters è l'assolutezza della carne, che sotto la faciloneria di questo teatro del cattivo gusto nasconde riflessioni ben più terribili.

IL MIO VOTO: 8.0






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