lunedì 2 gennaio 2012

The Aimless Bullet



The Aimless Bullet
Corea Del Sud, 1960. Di Yoo Hyun-Mok. Con Choi Mu-ryong, Kim Jin Kyu, Moon Jeong-suk, Seo Ae-ja,
Kim Hye-jeong, No Jae-sin, Yoon Il-bong, Yu Gye-seon, Nam Chun-yeok, Park Gyeong-hui, Ko Seol-bong, Ji Bang-yeol, Choi Myung-soo, Lee Ryong, Choi sung, Mun Hye-ran. Genere: Drammatico. Durata: 108' 

"Andiamocene via da qui".
è l'urlo disperato e straniante di una pazza che, paradossalmente, è forse l'unica ad avere sulla pelle e a focalizzare meglio degli altri la distruzione a cui la sua famiglia sta andando incontro. è l'urlo di una madre che ha subito gli orrori della guerra e il vorticoso rumore assordante dei bombardamenti. è l'urlo per una famiglia dove l'amore può essere una speranza per continuare. Ma come continuare in un paese dove il dopoguerra ha tolto ogni cosa anche agli eroi (il fratello reduce della guerra che, non ricompensato dei suoi sforzi neanche socialmente, distrugge le vetrine da ubriaco, credendolo suo diritto) e ai bambini (la figlia del protagonista, costretta a rimanere in casa perchè priva di vestiti decenti). Tutti, nel cuore, vogliono andarsene, cambiar vita, dare un taglio drastico alla loro sofferenza, ma come accade nel verismo, questo non fa che peggiorare la situazione.


è il sagace, perfezionista punto di vista di un autore coreano poliedrico, voltato a molte varietà di tecnica, espressione e genere e che qui si addentra con successo nel neorealismo, realizzandone un vertice, dove un ipotetico amore viene separato da un treno in corsa e dove i personaggi, veri e propri proiettili senza bersaglio, vagano senza meta perchè non potrebbero fare altro, dove vengono continuamente riprese ad altezza-piede, nel loro arrancare continuo, nel loro estenuante trascinarsi verso un orizzonte al crepuscolo.


è uno sguardo inquieto, che tocca vertici di commozione rarefatta, ma sanguinaria, soprattutto sul finale esasperato e lucido, bellissimo nel suo dolore palpabile, che ci strozza l'anima mostrandoci i sacrifici di un uomo che non vuole andare dal dentista per non sciupare i soldi della sua famiglia, ci mostra gli sguardi persi di realtà, una realtà dura, cruda, nerissima. 


E, nonostante i danneggiamenti subiti alla pellicola, per via di una censura in Corea e il consequenziale menefreghismo all'opera solo recentemente restaurata e ridistribuita in Corea Del Sud e Stati Uniti con un ottimo riscontro, è un film che mantiene inalterato il suo valore e riesce ancora a far sanguinare. Splendido vertice del neorealismo. Da non perdere. 



IL MIO VOTO: 9.5








Nessun commento:

Posta un commento