domenica 29 gennaio 2012

La Finestra Sul Cortile


La Finestra Sul Cortile
USA, 1954. Di Alfred Hitchcock. Con Grace Kelly, James Stewart, Wendell Corey, Thelma Ritter, Judith Evelyn, Raymond Burr. Genere: Thriller. Durata: 110'


Sicuramente tra i migliori thriller di sempre: perfetto dal punto di vista tecnico (il lungo pianosequenza iniziale è magistrale), con delle interpretazioni eccellenti e dei personaggi credibili e indimenticabili (Il personaggio di Grace Kelly è qualcosa di sublime e sensuale, ma insieme fragile e coraggioso) e con una trama semplicissima che ruota attorno ad un solo scenario, ma che inchioda alla poltrona lo spettatore.

Non uno schizzo di sangue, non un momento di violenza, eppure la tensione è palpabile dalla prima inquadratura, anche in quei momenti in cui il film si allontana dall'intreccio thriller per studiare le dinamiche di coppia. è un magistrale e minuzioso studio sul fare cinema, con una parte finale che è l'apice del climax, scaraventando lo spettatore in brividi crescenti.

C'è, innanzitutto, una sceneggiatura indovinata e scritta benissimo che rende interessante una storia basata sulla morbosità del voyeurismo e sul pericolo che entra in casa, minacciando la quiete domestica. è un film bellissimo, basato sul dialogo, spesso sarcastico e struggente, che riesce a rendersi sempre interessante, senza mai cadere nella noia o nella staticità, come è stato detto da commenti ben poco lungimiranti.

Forse il migliore Hitchcock, che esprime il suo estro giocoso nel finale grottesco e sottilmente comico. Da non perdere.



IL MIO VOTO: 10.0









sabato 14 gennaio 2012

Hindsight



Hindsight
Corea Del Sud, 2011. Di Lee Hyeon-seung. Con Kang-ho Song, Se-Kyeong Shin, Jong-hyeok Lee, Jeong-myeong Cheon, Min-jun Kim. Genere: Drammatico/Thriller. Durata: 122'

L'ex malavitoso Doo-Heon si ritira dalla sua vita sregolata per rimettere la testa a posto. Si iscrive ad un corso di cucina per aprire un ristorante. A questo corso, il protagonista incontra la bellissima e audace Sebin, una ragazza che inizia un rapporto d'amicizia con lui. In realtà lei è un sicario incaricata di uccidere Doo-Heon. Affezionatasi a lui, però, la ragazza dovrà fare una dura scelta...


DELUSIONE AGGHIACCIANTE.

Mi intrigava molto questo titolo e non solo per l'accoppiata vincente di attori o per il nome alla regia, memore di quel "Il Mare" che, pur non essendo un film splendido, riusciva ad emozionare. Era interessante l'universo attorno alla trama e il trailer era costruito ad hoc per convincerti che sia un buon film. Ebbene, è un film diretto e recitato molto bene, ma che soffre di una sceneggiatura non all'altezza, raffazzonata e sbrigativa in parti che meriterebbero più attenzione, mentre si dilunga troppo in scene ripetitive (quelle culinarie soprattutto), mantenendo a stento l'interesse.
OItretutto, il regista non ha un controllo corretto dei tempi e non ha una tempistica da thriller, preferendo immergere questa sorta di atipica amicizia (love story?) in un clima caraibico, estivo e di ampio respiro, quasi da commedia coreana.
Quando le cose si fanno interessanti, deraglia un po' l'azione, senza trovare un climax vero e proprio (l'amica della protagonista che scompare), e dispiace.

Molto bene, invece, certe trovate di tensione, come la bella e lunga sequenza della protagonista femminile con il fucile puntato su Du-Heon, nell'edificio ascendente, lei sta per premere il grilletto, si sente un suono sordo, forse uno sparo, ma sono solo dei fuochi d'artificio. 
Ottima anche la sequenza finale dello sparo, che si distrugge in un ralenti fluido e poetico, che colpisce al cuore e dona anima al film.
Bastano però un paio di scene e degli attori in parte a risollevare il film che mette rabbia perchè sarebbe potuto essere qualcosa di meglio ma che, preso così, sembra solo un film sconclusionato e troppo lungo per quello che ha da dire? No, purtroppo, ma almeno non annoia. 

IL MIO VOTO: 5.0











venerdì 13 gennaio 2012

The Man From Nowhere



The Man From Nowhere
Corea Del Sud, 2010. Di Lee Jeong-Beom. Con Won Bin, Kim Sae-ron, Kim Tae-hoon, Kim Hee-won, Kim Hyo-seo, Kim Seong-oh, Lee Jong-pil. Genere: Thriller/Azione/Drammatico. Durata: 119'. 

Tae-Shik è un uomo che ha un doloroso e misterioso passato. Lavora ad un banco dei pegni ed ha una pessima reputazione. La piccola So-Mi è l'unica a degnargli l'attenzione: cerca un amico ed è stata abbandonata da tutti, inclusa sua madre che la maltratta e la ignora, affondata nella malavita e nella droga. Tae-Shik è restio: ha paura di voler bene a qualcuno, ma quando la vita di So-Mi viene minacciata da una gang che traffica organi, inizia a cercarla e a finire in un circolo di sangue e violenza, riscoprendo se stesso e la voglia di vivere.

"Quando vuoi bene ad una persona, spesso fai finta di non conoscerla. Non abbracciarmi, o ti sporcherai di sangue."

Della serie: maledetti Coreani che mi fate piangere troppo spesso, anche in un thrillerone testosteronico come questo, che riesce a cambiare registro sempre facilmente, tenendo inchiodati alla poltrona come mai era successo prima.
Dal dramma di una bambina sola, si passa infatti ad un'esplosione virale di violenza, spesso talmente esplicita e disturbante da lasciare inebetiti, passando per un umorismo sottile e permeante, portato all'eccesso del caricaturismo di certi personaggi, che mantengono comunque una credibilità efficace, finendo con il diventare ambigui (nel caso di certi "cattivoni"), piuttosto che ricalcare i classici stereotipi del bene e del male di molti film occidentali.

è, innanzitutto, un film scritto benissimo e che procede ad incastri, distruggendoti in ogni punto, riemarginandoti ciò che avevi dentro e che scorre in un lampo, nonostante le due ore di durata. è un'esplosione di ritmo, ombre, discesa verso gli inferi e risalita. è un universo che ti viene sparato negli occhi, come un proiettile visivamente bellissimo.

Registicamente perfetto, con delle intuizioni visive degne di nota (il protagonista che si getta dalla finestra, la scena in cui i due estremi si guardano in discoteca con un'arma in mano, mentre la gente attorno a loro balla, la scena del tizio accettato, splendida, perchè distrugge l'irritante stereotipo del cattivone che prima di uccidere la sua preda gli fa un monologo infinito) è un film che funziona anche grazie alla perfezione maniacale del montaggio, spesso serrato, altre volte ellittico, e alle performance straordinarie degli attori: in primis della bambina, veramente perfetta per la sua parte e capace di destare empatia senza suscitare facili pietismi, e, poi, ovviamente, Won Bin, splendido, raggiante anche nella sua cupezza, offre una performance ambiguamente seducente e misteriosa, ma mai irritante.
E io, per concludere, lo nomino come una delle persone più scopabili di questo pianeta. 

Finale bellissimo.

IL MIO VOTO: 9.5















venerdì 6 gennaio 2012

The Day He Arrives



The Day He Arrives
Corea Del Sud, 2011. Di Hong Sang-Soo. Con Yoo Joon-Sang, Lee Seon-gyoon, Song Seon-mi, Kim Bo-kyeong, Baek Jong-hak. Genere: Drammatico. Durata: 79' 

Seoul. Un giovane regista, con quattro film alle spalle, è in un momento di stasi creativa e raggiunge un suo amico, il critico cinematografico Young-Ho. Tornato nella sua città di un tempo, attraverso le conversazioni con nuovi incontri e vecchie fiamme, il protagonista ritroverà se stesso. 

Lui la stringe ubriaco, lei urla e piange. Lui le dice: "Vieni qui, amore mio." Lei gli dice: "Mi farai impazzire", poi le parti si invertono e i due vengono invasi dal fumo di sigaretta. 

é un'immagine chiave del tenebroso e cinico sguardo di Hong Sang-Soo sul rapporto di coppia, impossibile da comprendere e come solo lui riesce a descrivere, scavando a fondo fino all'inconscio, mai così intimo e feroce, dove la gente deve gridare sempre contro chi piange, perchè non può permetterselo, perchè non c'è un cuore tra loro. è l'orrore dell'amore, dell'incomunicabilità e della distruzione psicologica. 

Un film che vive di momenti ed ellissi, dove il dialogo riempie il vuoto a morsi e dove le insicurezze dei personaggi tessono legami inarrestabili, ma fragilissimi e destinati a scindersi troppo presto. 

Un cinema che si ripete in continuazione ma che, parlando di vita, non riesce a stancare: perchè i suoi personaggi sono reali dispersi che affogano nell'alcol, in sigarette perennemente accese e rapporti sessuali senza amore. è l'inferno del cinema, ma anche della vita, raccontato con una leggerezza introvabile in altri autori. E sembra che parli di te, che ti punti il dito contro, condannandoti per il tuo voyeurismo e obbligandoti a guardarti dentro, prima di tuffarti nelle vite altrui.

è un cinema che si sta evolvendo sempre più, adottando toni sempre più leggeri e da commedia per metterci uno specchio davanti e illuminarci. Non è il Nirvana, è la cinepresa di un autore che, pur raccontando sempre la stessa storia, non finisce mai di raccontarti qualcosa in più. Ed è geniale. 

Filmone, impreziosito da uno splendido bianco e nero e dalle eccellenti prove degli attori. 

IL MIO VOTO: 9.0
















Il Dottor Stranamore




Il Dottor Stranamore
USA, 1964. Di Stanley Kubrick. Con Peter Seller, George G. Scott, Sterling Hayden, Keenan Wynn. Genere: Commedia/Grottesco. Durata: 91' 


Sicuramente non il miglior Kubrick (il mio preferito, dite quello che volete, resta "Eyes Wide Shut", meravigliosa parabola della distruzione/costruzione della coppia e dell'animo umano), ma è comunque un film notevole.

Notevole perchè, al di là del fatto che per seguirlo va visto con tanta, tantissima attenzione, si ritaglia fuori da ogni genere (Commedia? Grottesco? Drammatico? Fantapolitica? Satirico? Nella parte finale sembra anche diventare thriller), per realizzare un inno nero, nerissimo, sulla stupidità della guerra e della potenza del nucleare.

Film incredibile dal punto di vista tecnico, con una fotografia meravigliosa, inquadrature fisse di rara bellezza e scelte visive iperboliche (il lancio del missile, "cavalcato" dal comandante) fondato per l'80% su dialoghi incisivi, taglienti, ma talvolta anche sottili e subdoli e su una recitazione a dir poco impressionante, di un'espressività ben oltre la media. 

Il finale vero e proprio, poetico e terribile, è la ciliegina sulla torta di un film da recuperare. Il maestro ha saputo darci di meglio, ma evitarlo potrebbe essere fatale. Da rielaborare mentalmente, per ore. Ore.



IL MIO VOTO: 7.5








mercoledì 4 gennaio 2012

Sector 7



Sector 7
Corea Del Sud, 2011. Di Jin-Hun Kim. Con Ha Ji-Won, Sung Kee-Ahn, Oh Ji-Ho, Ae-Ryeon Cha. Genere: Azione/Thriller/Horror. Durata: 108'


Blockbusterone, altissimo budget, cast di nomi altisonanti, regia spericolatissima, eppure, grande delusione. Era uno dei film coreani più chiaccherati dello scorso anno : primissima produzione nazionale in 3D, tantissima pubblicità e il fatto che fosse un monster movie lasciava presagire un altro film sulla scia dell'indimenticabile "The Host", lo straordinario film di Bong Joon-Ho. 
Purtroppo "Sector 7", pur avendo un incipit di grandissimo fascino, si perde via quasi subito, perchè è hollywoodiano fino al midollo e accumula scene di prevedibilità allucinante. Mostra personaggi che, quando spariscono, non se ne sente la mancanza, perchè non li approfondisce, non li studia, non li presenta: sono solo macchinette che parlano.
E perfino la solitamente brava Ha Ji-Won, star del cinema coreano, è piuttosto deludente nel suo ruolo (ma probabilmente è colpa dello sceneggiatore e del regista) da Tomb Raider risoluta: mascolina, bruta ed eroica, non riesce a convincere in quanto incarna uno stereotipo stancante e per nulla credibile.

Aggiungiamoci tonnellate di computer graphica e il piatto è servito.
Peccato, perchè nella seconda parte, quando compare il mostro, prima di un epilogo ancora una volta abissale, riesce a mantenere alto l'interesse con l'abbondare di scene d'azione e di tensione, ma si resta sempre sulla linea del medio. Ma il film lascia fortemente l'amaro in bocca : è sì un film divertente e avvincente da guardare senza pensieri, con birra e pop corn, ma non riesce proprio a convincere, né sembra avere senso di esistere.

Cinema puramente commerciale e senz'anima. Avrà il suo pubblico, ma non mi lascio fregare. 
PS: Ha persino un momento di orrido trash, la gara delle moto. Momento da cancellare con la memoria, se si riuscisse.



IL MIO VOTO: 4.5